Donne per Napoli

 

Donne per Napoli. Un omaggio.

 

Autori: Ico Gasparri (fotografie b/n) e Norbert Mauritius (dipinti-olio)

24 novembre – 10 dicembre 2023 – Cappella Pappacoda – Largo San Giovanni Maggiore. NAPOLI

23 aprile – 30 maggio 2024 -  Palazzo del Ministero della Giustizia. DUSSELDORF


Il progetto sociale e artistico è composto da dodici ritratti fotografici in bianco e nero realizzati dall’artista napoletano Ico Gasparri ad altrettante donne di Napoli e da dodici ritratti a olio su tela opera di Norbert Mauritius, artista tedesco, ispirati a quegli stessi scatti esposti nella meravigliosa cornice della Cappella Pappacoda, gioiello dell’architettura napoletana del ‘400, restituita finalmente alla fruizione del pubblico grazie a importanti eventi culturali.

Le modelle sono riprese tutte con la stessa camicia bianca (di proprietà di uno degli autori) davanti muri, modanature e portali del Centro Storico di Napoli, scelti per la loro importanza ma anche per il loro stato di abbandono. Una galleria di busti e architetture che denuncia il degrado di cui è vittima il patrimonio napoletano e al tempo stesso esalta queste dodici donne-simbolo che sintetizzano l’ossatura grazie alla quale “la città si tiene in piedi”.

Gli autori rendono omaggio a dodici donne che operano al di fuori delle istituzioni politiche e amministrative della città, quasi totalmente sconosciute, donne che sacrificano molto spesso gli interessi professionali e il proprio tempo vitale per svolgere un ruolo che altrimenti andrebbe semplicemente deserto, aiutando bambine e bambini, donne, uomini e famiglie, italiani e stranieri, ma anche piante, animali e monumenti a sopravvivere nel miglior modo possibile e cercare delle strade migliori per un futuro meno ingiusto. Un complesso affresco civile, una scelta ardua che rimanda simbolicamente alle migliaia di donne napoletane che sostengono da sempre la città restando nell’anonimato delle loro case, delle scuole, delle associazioni di volontariato per necessità, bisogno, vocazione, idealità, altruismo.

Il progetto intende stimolare inoltre un’insolita riflessione su quella che loro definiscono la cittadinanza di genere, interrogando prima di ogni altro il genere maschile sull’assenza, la lontananza, l’indifferenza, la noncuranza – quando non sulla più criminale violenza – davanti alla vita propria, delle proprie famiglie, dei vicoli, dei quartieri, della città.

Con le dovute e rispettose eccezioni, mentre le donne continuano ad assumersi il carico di una città che non aiuta,  gli uomini fanno altro o spesso non fanno nulla, lasciandole sole e guardando da un’altra parte. Fenomeno antropologico complesso e tutto da indagare in cui si intrecciano, a volte in maniera fatale, la resistenza e il valore di questa città di genere con la decadenza del patrimonio storico e quella delle relazioni personali, l’amore, la cura e la partecipazione con l’indifferenza e la violenza.

 


 

Autori

Ico Gasparri

(1959) Artista sociale dal 1977 è fotografo ma anche scrittore, autore e regista di teatro. È stato archeologo, ma questa è un’altra storia. Vive a Napoli si occupa da sempre di tematiche scottanti affrontate attraverso un uso originale della fotografia e del testo. Ha portato all’attenzione del pubblico tematiche terribili quali l’educazione alla violenza sulle donne attraverso la pubblicità stradale, la lotta di Peppino Impastato contro la mafia, la perdita dello spazio del gioco per i bambini in guerra, i resti lasciati dalle persone migranti sui barconi in Sicilia, il riciclo virtuoso dei rifiuti, gli sgomberi dei campi Rom, le devastazioni del patrimonio artistico e monumentale e l’abbandono dei centri storici delle nostre città. Questa mostra è un suo omaggio alle donne che tengono in piedi – al di fuori delle istituzioni preposte – il fragile e devastato tessuto civico della città di Napoli a costo di grandi rinunce e sacrifici personali e a dispetto delle condizioni ambientali assai sfavorevoli.

 

Norbert Mauritius Konrads

(1950) Ha studiato letteratura tedesca, linguistica e filosofia ad Aquisgrana, insegnando per anni in un liceo di Düsseldorf, dove vive. La pittura è stata una sua grande passione fin dalla gioventù concentrandosi essenzialmente sul ritratto e sul paesaggio. Dal 1994 ha iniziato un’intensa attività espositiva professionale a livello nazionale e internazionale esponendo in Germania, Italia, Stati Uniti, Francia, Spagna e Svizzera. I suoi numerosi viaggi in Italia lo hanno reso un grande amante e ammiratore della cultura italiana e delle città ricche di arte e di storia come Napoli, dove ha conosciuto Ico Gasparri e ha condiviso immediatamente la sua idea di progetto.

 

Protagoniste

Valeria Leo

(1970) Coordinatrice Sport Senza Frontiere Onlus Napoli, si occupa da anni di avviare allo sport attraverso la pratica in palestra e in circuiti competitivi ragazzi e ragazze di famiglie meno fortunate che vivono nella periferia sud orientale di Napoli.

sfondo: Vico San Geronimo – Angolo Pallonetto a Santa Chiara.

Giovanna Nervo

(1970) Operatrice e volontaria di quartiere, con un pullmino da lei condotto preleva da scuola tutti i giorni ragazze e ragazzi appartenenti a famiglie con condizioni di disagio della Sanità per condurli presso un Centro Educativo dove svolgono varie attività formative e i compiti  loro assegnati. Successivamente, li riaccompagna a casa.  Al di fuori da questa attività quotidiana e ben strutturata, Giovanna organizza con altri ragazzi e ragazze del quartiere di età superiore, viaggi all’estero in qualità di accomopagnatrice volontaria.

sfondo:  Via Pisanelli – Parete esterna del Monastero delle Clarisse Cappuccine, detto delle Trentatre.

Rosa Di Matteo

(1958) Sociologa femminista, attivista dei centri per contrasto alla violenza contro le donne e alla loro emancipazione, responsabile del centro antiviolenza A.U.R.O.R.A, coordinatrice dei centri antiviolenza del comune di Napoli. Presidente associazione Arcidonna Napoli, associazione coprotagonista della nascita negli anni ’90, del primo centro antiviolenza di Napoli.

sfondo: Vico San Severino – Chiesa dei Santi Severino e Sossio.

Daniela Rubinacci

(1991) Psicologa e psicoterapeuta, attiva nel Centro Antiviolenza Aurora gestito da Arcidonna di Napoli. Dal 2014 lavora con le donne e per le donne al contrasto della violenza maschile. In questo percorso, le accompagna ad attraversare il dolore per emanciparsi dalla sofferenza e ad esplorare altre possibilità di dispiegarsi della propria femminilità.

sfondo: Piazzetta Teodoro Monticelli – Palazzo Penne.

Milena Pugliese

(1977) Presta servizio di volontariato presso lo sportello antiviolenza gestito da Arcidonna Napoli, è anche attiva nelle scuole come esperta antiviolenza di genere e bullismo. Il suo principale ambito di competenza è però il teatro, attraverso il quale riesce ad esprimere una politica di genere che continua il suo discorso di attivista femminista, scegliendo spesso progetti che portino un punto di vista femminile che sfida preconcetti e convenzioni.

sfondo: Via Paladino – Basilica Santuario del Gesù Vecchio.

Maria Ilaria Incitti

(1989) Psicologa del Centro AntiViolenza di Arcidonna Napoli e di quello del Comune di Napoli, specializzanda in Psicoterapia ad orientamento  psicoanalitico. Collabora da diversi anni con l’Ambulatorio di Psiconcologia e di Psicoterapia del Policlinico dell’AOU  Vanvitelli di Napoli. Crede che il lavoro fatto con le donne vittime di violenza  riscriva la storia di entrambe ed in fondo di tutte le donne, consentendo di sognare e realizzare molteplici impreviste possibilità per il femminile e risvegliando nel contempo un’autocoscienza di genere.

sfondo: Vico Scorziata – Traversa via dei Tribunali.

Giordana Curati

(1974) Nata a Napoli, città dove vive, studia e lavora. Negli anni 2000 milita nel movimento Lesbico Gay e Trans napoletano con l’obiettivo di contrastare l’omofobia e di promuovere i diritti Lgbtq. In particolare si impegna in prima persona a creare iniziative e servizi dedicati all’ascolto, all’ aggregazione e al protagonismo delle donne lesbiche del territorio cittadino e regionale.

sfondo: Piazza San Giovanni Maggiore – Cappella Pappacoda – Portale in marmo.

Tetiana Makukh

(1987) Presidente dell’ Associazione Donne ucraine in Italia, mediatrice culturale del Cidis e insegnante nella scuola ucraina di Napoli, sono una mamma e una moglie! Vengo dall’Ucraina e vivo a Napoli da 15 anni. Sono piena di sogni e forza per realizzarli.

sfondo: Vico Candelora – Angolo via Candelora.

Maria Teresa Terreri

(1974) Esperta di intercultura e di programmi di sviluppo locale. Presidente di CIDIS impresa sociale. Innamorata di Napoli, con uno sguardo sempre aperto al mondo, si impegna sin da giovane per la promozione dei diritti e la lotta ad ogni forma di discriminazione. Insieme alla Associazione, e con le tante energie del territorio, progetta e promuove azioni per l’inclusione dei cittadini migranti. Ama incontrare le persone, conoscere storie, condividere percorsi, mettersi in gioco per costruire comunità ricche di diversità, plurali ed accoglienti. …Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre!

sfondo: Via dei Tribunali – Angolo via F. Del Giudice – Campanile della Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta.

Marina Rippa

Napoletana, dal 1979 si dedica allo studio e alla ricerca sul movimento espressivo e creativo attraverso il teatro e la danza. Dal 1994 esplora il campo creativo teatrale con progetti dedicati alle donne, dapprima in un Istituto Superiore di Monte di Procida, poi nella Comunità Alloggio per donne anziane sole “Cardinale Mimmi” per approdare nel 2007 al Teatro Trianon Viviani nel quartiere Forcella e dar vita al percorso La scena delle donne. Percorsi teatrali con le donne a Forcella che si svolge regolarmente con cedenza annuale.

sfondo: Strada San Giovanni Maggiore Pignatelli – Angolo via San Biagio dei Librai.

Anna Manzo

(1974) Attrice, mamma e abitante di Forcella. Dal 2009 partecipa con straordinaria passione al progetto La scena delle donne. Percorsi teatrali con le donne a Forcella, ideato e curato da Marina Rippa. In questo quartiere così particolare Anna è fiera di aver cresciuto tre figli meravigliosi, obbligandoli (testualmente) a studiare per accrescere il proprio livello culturale, testimonianza vivente di un riscatto civile rispetto alla sua originaria mancanza di favorevoli condizioni familiari. Si definisce vittoriosa, identificando il frutto della sua vittoria nei due nipoti gemelli, nelle due figlie laureate, in un figlio allievo ufficiale della Marina e, soprattutto nell’attività teatrale per la quale riesce sempre a ritagliarsi il tempo per i laboratori, le prove e le recite.

sfondo: Vico Purgatorio ad Arco – Angolo via Tribunali – Murale raffigurante Sofia Loren.

Sara D’Angelo

(1990) Trasferitasi nel 2009 da ischia a Napoli per “vivere cercando di costruire qualcosa di alternativo rispetto nella barbarie del tardo-capitalismo”. Ha lottato per il diritto allo studio, il recupero di aule universitarie abbandonate, la riapertura della secolare biblioteca di Porta di Massa, l’istituzione di pranzi sociali in mancanza di mense e la riapertura della mensa universitaria di via Mezzocannone garantendo a studenti e non pasti a prezzi popolari. Ha partecipato inoltre a lotte per la sanità pubblica, per le detenute/i, per il doposcuola per i bambini e le bambine del quartiere, attivista di un collettivo femminista e protagonista dell’apertura di una palestra popolare. Insegna boxe per strada a piazza Garibaldi tutti i mercoledì, e tiene corsi gratuiti in palestra per bambine e bambini. Da abitante del Rione Sanità partecipa attivamente alla lotta per la riapertura del Parco San Gennaro, dove tiene corsi di boxe per giovanissimi/e.

sfondo: Via Pisanelli – Parete esterna del Monastero delle Clarisse Cappuccine, detto delle Trentatre.

 

 

Frauen für Neapel

 

Ico Gasparri: (1959) Sozialkünstler, Fotograf seit 1977, Schriftsteller, Theaterautor. Lebt in Neapel.

Norbert Mauritius Konrads: (1950) Kunstmaler, Portraitist seit….. Lebt in Düsseldorf.

 

Das Projekt

 

Donne per Napoli, ein soziales und künstlerisches Projekt, das 2022 ins Leben gerufen wurde, präsentiert Seite an Seite zwölf Schwarz-Weiß-Fotoporträts, die Ico Gasparri von ebenso vielen Frauen aus Neapel gemacht hat, und zwölf Ölporträts auf Leinwand von Norbert Mauritius, die von denselben Aufnahmen inspiriert sind.

Die Models werden vor ganz besonderen Hintergründen gefilmt, die aus Teilen von Wänden, Zierleisten und Portalen des historischen Zentrums von Neapel bestehen, und tragen alle das gleiche weiße Hemd, das einem der Autoren gehört, die auf diese Weise ihre Nähe konzeptionell und physisch zum Ausdruck bringen und Solidarität mit den vertretenen Menschen.

Die Büstengalerie und die dahinterliegende Architektur stellen im Sinne der beiden Künstlerinnen einerseits eine Anklage gegen die starke Erniedrigung dar, der das unbezahlbare neapolitanische Erbe zum Opfer fällt, und andererseits die Erhebung dieser zwölf Frauensymbole, die sie zusammenfassen das widerstandsfähige und kostbare Gerüst, dank dem “die Stadt” in ihren problematischsten Schichten und darüber hinaus steht.

Die porträtierten Frauen agieren alle außerhalb der administrativen und politischen Institutionen der Stadt, sind fast völlig unbekannt und opfern sehr oft berufliche Interessen und ihre lebenswichtige Zeit, um eine Rolle zu spielen, die sonst nicht vorhanden wäre. Sie helfen Mädchen und Jungen, Frauen, Männern und Familien, Italienern und Ausländern, aber auch Pflanzen, Tieren und Denkmälern, bestmöglich zu überleben und, wenn möglich, bessere Wege für eine weniger ungerechte Zukunft zu suchen.

Leidende Mauern hinter zwölf Frauen, die kämpfen, wie so viele andere in den Nachrichten gleichermaßen unbekannte, neben leidenden Menschen: ein komplexes ziviles Fresko, das von den wesentlichen Schwarz- und Weißtönen von Ico Gasparri in die expressionistischen Farben von Norbert Mauritius explodiert. Eine mutige Wahl des Feldes – materialisiert durch die Sprache der Kunst – die den Tausenden von neapolitanischen Frauen Tribut zollen soll, die die Stadt immer unterstützt haben, indem sie in ihren Häusern, Schulen, freiwilligen Vereinigungen aus Notwendigkeit, Not, Berufung, Idealität anonym blieben, Altruismus. Aber auch eine zwingende und schmerzliche Aufforderung, darüber nachzudenken, was wir als “Geschlechterbürgerschaft” definieren könnten, ein Konzept, das den Autoren, zwei Männern, sehr am Herzen liegt und das dazu neigt, das eigene Geschlecht vor allen anderen in Frage zu stellen – eben männlich – auf Abwesenheit, auf Distanz, auf Gleichgültigkeit, auf Nachlässigkeit – wenn nicht auf die gröbste Gewalt – vor der ewigen Szene ihres eigenen Lebens, ihrer Familien, ihrer Gassen und Nachbarschaften. Mit gebührenden und respektvollen Ausnahmen, während Frauen weiterhin die Last einer Stadt tragen, die nicht hilft, tun Männer etwas anderes oder tun oft nichts, lassen sie in Ruhe und schauen weg.

Das Projekt möchte daher die Öffentlichkeit über diese komplexen Phänomene befragen, die sich ineinander verflechten und manchmal auf fatale Weise überlagern, über den Widerstand und Wert der “Gender-Stadt”, aber auch über die Dekadenz des historischen Erbes, über die Liebe, aber auch über die Gleichgültigkeit, Fürsorge, aber auch Gewalt: Zwölf Gesichter von Frauen, die uns auch im Namen von Tausenden und Abertausenden anderer ansehen und uns mit ihren Geschichten einladen, anders zu sein.

 

 

Testo critico: Ada Patrizia Fiorillo


Ritratti, oltre la soglia del visibile.

Ci vengono incontro questi dodici volti e ti catturano da subito. Fissi, nel ricercato equilibrio formale che il bianco e nero esalta, sono lì come in attesa che un altro sguardo si ponga in sintonia con il loro perché la magia, quella che sta oltre la soglia del visibile, si compia. Ho detto dodici ed in effetti è questo il numero dei soggetti ritratti, ma basta che l’occhio ruoti un po’ per incrociare altri dodici volti, i medesimi, colorati e resi irrequieti dall’uso di un pennello che la mano ha guidato verso un dettato espressivo.

Bisogna pertanto spiegarsi meglio per entrare nel vivo di questa iniziativa espositiva che vede autori Ico Gasparri, con dodici scatti in bianco e nero (più uno che rappresenta Norbert Mauritius come modello) e Norbert Mauritius con altrettanti dipinti ad olio (più un olio dedicato al ritratto di Ico).  Una mostra che con il titolo Donne per Napoli. Un omaggio è il frutto di un incontro fortuito e fortunato che ha visto i due interpreti, pur dal cono del proprio specifico medium, sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d’onda per interessi, sensibilità, vocazione sociale. Un progetto di primo acchito semplice, ma dalla sottile valenza concettuale che nel titolo dice molto, ma forse anche meno di ciò che trattiene. Donne per Napoli, parla di donne, di un certo tipo di donne cui vuole rendere appunto omaggio e, allo stesso tempo, parla del contesto nel quale vivono, esercitano, si adoperano. È questo il contenuto che, altresì, richiama, sotto il profilo estetico, il valore della forma per un tema specifico come il ritratto, portatore, dal passato ad oggi, di una lunga storia.

Cerchiamo di avvicinare entrambe le prospettive. Con l’attitudine, ormai ultratrentennale, a guardare la realtà nelle sue pieghe più intime, fatta di micro e macro storie che esorbitano sovente in problematiche sociali, Ico ha scelto di fotografare Valeria, Giovanna, Rosa, Milena, Ilaria, Daniela, Giordana, Tania, Maria Teresa, Marina, Anna e Sara. Un campionario di donne mature ed anche molto giovani, forti e fiere del proprio impegno quotidiano che, a vario titolo, come educatrici, volontarie, psicoterapeute, sociologhe, mediatrici culturali, portano avanti in quel difficile, ma denso, per stratificazioni millenarie, habitat quale è la città partenopea compreso il suo centro storico. Ha scelto di fotografarle fissandole o quasi plasmandole a ritagliate porzioni di spazio, frammenti di pareti che parlano proprio di quella Napoli bella e segnata nel suo corpo, per via di decadimento e per incuria. Ma le ha anche fotografate tutte con indosso una camicia bianca, una propria camicia, quasi a sottolineare un legame speciale con le modelle, veicolo di emotività, di forza di resistenza, di identità di pensiero, non senza una dose di autocritica per quello che gli uomini non fanno o non sanno fare.

Norbert lo ha seguito senza esitazione, riproponendo il percorso con i propri strumenti. Non è stato difficile per lui. Tedesco di nascita, familiarizzato da anni con l’Italia, per ragioni di studio e di lavoro, l’artista vanta nel suo curriculum testimonianze di impegno civile condotte con il linguaggio della pittura, per il quale ha privilegiato da tempo il tema del ritratto. Può valere, tra le tante la personale Volti in resistenza dedicata alle vittime della Resistenza tedesca interna alla Germania nazista, allestita, sul finire del decennio Novanta, prima a Düsseldorf e poi in Italia, a Monticello. In questa come in altre occasioni, l’esercizio di Norbert Mauritius ci dice di un artista con una spiccata propensione al colore, ma anche all’impiego di un segno mobile, quasi corsivo che trova vita entro una materia densa, compositivamente in linea con l’incedere di un certo neo-espressionismo emerso nella pittura tedesca degli anni Ottanta. Una personale interpretazione dunque di questi ritratti femminili che non ha snaturato il proprio bagaglio formativo.

È questa duplice identità degli autori ritrovatisi in un comune progetto a richiamare pertanto qualche interrogativo. Perché allora il ritratto, anzi un certo tipo di ritratto? Ed inoltre, su quale sponda, la fedeltà oggettiva, essenziale, pulita delle fotografie di Ico Gasparri, trova un punto di contatto con l’astrazione sensibile che si vuole propria della pittura? Parto da quest’ultimo servendomi di una riflessione di Georg Simmel quando annota che non «ciò che è posto al di là della visibilità è l’oggetto della pittura, ma l’oggetto stesso, come semplice fenomeno, con la forma e la luce, l’accentuare e il tralasciare, lo spostare e l’abbandonare, la costruzione e la scelta del punto di vista […]». In un certo senso è ciò che ha fatto in primo luogo Ico con le sue fotografie alle quali Norbert si è affiancato con la propria esperienza. Sul primo quesito, direi poi che entrambi hanno consapevolezza dell’importanza che il viso, punto focale del corpo, ha assunto oggi, nella comunicazione visuale. La frequenza dei primi piani nella ossessiva proposizione che i diversi medium regalatici dalla modernità va assecondando non è infatti un dato trascurabile al cospetto di questi ritratti. Il fotografo e il pittore sono andati però oltre questo noto e massificato fenomeno allorché hanno attribuito significati speciali ai loro visi.

Volti assimilabili, suggerisce Massimo Canevacci, a «visus», ossia «il paesaggio per eccellenza della comunicazione visuale […] in cui rivivono – modificate – alcune valenze sacrali del passato». In sostanza sia Ico che Norbert ci hanno messo di fronte ad un tema antico trattato con uno sguardo nuovo, ponendosi oltre gli stereotipi (tipologie morfologiche, identità psicologiche) che una certa tradizione ha attribuito al ritratto e oltre le omologazioni “mute” della medialità più abusata.

I loro sono volti che stanno dentro la modernità e per essa nella vita, con le passioni, la capacità di una traduzione tecnica, i valori delle singole storie e culture. Sta a noi decostruirli, cercando e comprendendo nel visus- visibile, la soglia dell’invisibile.

 

 

24 novembre 2023

 

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